Luoghi in cui è Consigliato il Defibrillatore
Nonostante la legge italiana preveda l’obbligo defibrillatore solo per le società sportive, ci sono una serie di luoghi in cui è consigliato collocarne uno. Con il DECRETO 18 marzo 2011 il Ministero della Salute elenca i criteri per la distribuzione dei defibrillatori semiautomatici DAE sul territorio.
La creazione di una rete di defibrillatori permetterebbe di defibrillare un persona in arresto cardiaco entro quattro/cinque minuti, quindi prima dell’arrivo dell’ambulanza. Posizionare i Defibrillatori nei Luoghi Pubblici permetterebbe di intervenire in tempi molto brevi con un defibrillatore.
Il funzionamento avviene per mezzo dell’applicazione di placche adesive sul petto del paziente. Quando tali elettrodi vengono applicati al paziente, il dispositivo controlla il ritmo cardiaco e – se necessario – si carica e si predispone per la scarica. Quando il defibrillatore è carico, per mezzo di un altoparlante, fornisce le istruzioni all’utente, ricordando che nessuno deve toccare il paziente e che è necessario premere l’apposito pulsante per erogare la scarica.
Dopo ciascuna scarica, il defibrillatore si mette in “attesa” e dopo due minuti (corrispondenti a circa 6 cicli di RCP) effettua nuovamente l’analisi del ritmo cardiaco, e se necessario effettua una nuova scarica.
All’interno del DAE è presente una piccola “scatola nera” che, dal momento in cui l’apparecchio viene acceso, registra tutti i rumori ambientali tramite un microfono e l’elettrocardiogramma del paziente dal momento in cui vengono collegate le placche.
UTILIZZO
Il defibrillatore si presenta come una scatola di dimensioni variabili, a seconda del modello che si possiede. Le sue dimensioni sono circa 30 cm per 30 cm per una ventina di altezza. Al suo interno si trova, oltre agli elettrodi che sono due, anche un kit di rasatura per togliere i possibili peli presenti sul petto della vittima (in alcuni si trovano, oltre alle placche per adulto, anche quelle pediatriche).
Il defibrillatore, oltre ad effettuare per mezzo di elettrodi adesivi una scarica elettrica che va a ristabilire un battito regolare del cuore, in caso di un arresto cardio-respiratorio, effettua in maniera automatica l’esame cardiaco della vittima cercando la sua pulsazione, e in caso di arresto agisce sulla possibile fibrillazione che il cuore dopo un infarto sviluppa per una durata molto breve.
Fondamentale è che gli elettrodi adesivi aderiscano perfettamente, perché una loro adesione parziale o non corretta provocherebbe una rilevazione sbagliata o in molti casi del tutto assente da parte del defibrillatore.
Una volta spogliato il paziente e rasata la parte sotto-clavicolare destra e sotto-ascellare sinistra, si applicano i due elettrodi e si accende il defibrillatore. I moderni D.A.E. sono in grado di guidare, tramite una voce registrata, il soccorritore esperto o il semplice cittadino tramite le poche tappe e manovre da effettuare.
Una volta acceso, l’apparecchio chiederà di collegare le placche (elettrodi) al paziente e di inserire lo spinotto degli elettrodi nell’apposito connettore. Una volta fatto ciò, il defibrillatore effettuerà l’analisi del paziente, intimando, durante tale fase, di non toccare il paziente. A quel punto, se riconosce un battito anche debole, dirà che la scarica non è necessaria e richiederà di controllare la respirazione. Se riconosce un ritmo cardiaco defibrillabile, come fibrillazione ventricolare o tachicardia ventricolare, segnalerà la necessità della scarica e si preparerà a scaricare. Se invece il cuore non batte o viene rilevato un ritmo non defibrillabile, il DAE dirà che non è necessaria la scarica e chiederà di riprendere le manovre di rianimazione cardiopolmonare.
Il defibrillatore, mentre analizza il ritmo cardiaco del paziente tra un ciclo di rianimazione cardiopolmonare e l’altro, segnala sempre di allontanarsi dal paziente e di non toccarlo. Quando è necessario effettuare la scarica, viene emesso un segnale acustico e si accende la segnalazione luminosa del pulsante di scarica. In questo momento l’apparecchio è pronto a scaricare, e la scarica viene erogata premendo l’apposito pulsante. A questo proposito è utile ricordare agli astanti che assistono ad una scena di rianimazione cardiopolmonare di prestare molta attenzione a ciò che dice il soccorritore addetto all’utilizzo del D.A.E. ed in particolare alla famosa “filastrocca di sicurezza”: «via io, via voi, via tutti», con la quale l’operatore intima a sé stesso, ad altri soccorritori ed a tutti i presenti di allontanarsi e non toccare il paziente.
Sarebbe opportuno spegnere tutti gli strumenti elettronici nelle vicinanze del D.A.E. quando questo è in funzione.
Dopo aver scaricato, l’apparecchio va in pausa per circa 2 minuti, trascorsi i quali effettua un’altra rilevazione delle funzioni elettriche del cuore, tornando ad avvertire di non toccare il paziente. A questo punto, se il cuore ha ripreso a battere, come detto prima, richiederà di controllare il respiro.
Se il cuore non ha ripreso a battere, si deve continuare con la manovra del BLS senza staccare gli elettrodi. Dopo 2 minuti, durante i quali i soccorritori devono eseguire la RCP, lo strumento avvertirà che sta nuovamente procedendo al controllo delle funzioni cardiache, rammentando allo stesso tempo di non toccare il paziente, per poi dichiarare se si deve effettuare una nuova scarica. Continuerà così sempre, fino alla completa risoluzione del problema cuore-polmoni.
L’aspetto del defibrillatore e le sue funzioni come ordine di frasi possono leggermente variare a seconda del modello e del tipo di strumento. Resta comunque uno standard comune delle fasi che devono essere effettuate.